24 Giugno 2025

Parigi-Roma: il caso della fregata

15/02/2025

Negli articoli di CSI

Il Trattato del Quirinale e il gioco strategico: le chiavi delle relazioni franco-italiane nel XXI secolo.

Scritto da : Titouan BRAUX SALVAYRE.

L’articolo in breve:

Per diversi decenni, Francia e Italia hanno unito le forze nel settore navale per sviluppare fregate all’avanguardia per rispondere alle sfide della difesa bilaterale ed europea.

Questa cooperazione è stata illustrata per la prima volta con le Fregate di Difesa Aerea (FDA), progettate per proteggere le navi e il territorio dalle minacce aeree, e più recentemente con le fregate multimissione FREMM, che sono flessibili e adatte a una varietà di operazioni in alto mare. Questa partnership franco-italiana ha portato notevoli vantaggi: economie di scala, condivisione di competenze e standardizzazione delle attrezzature per facilitare l’interoperabilità. Tuttavia, non è stata priva di sfide: le differenze nei requisiti nazionali e nei processi industriali hanno talvolta rallentato la progettazione e i compromessi tecnici necessari per soddisfare entrambe le parti hanno talvolta avuto un impatto sulle prestazioni. Mentre questa cooperazione continua ad evolversi, è interessante considerare come le due nazioni potrebbero superare questi ostacoli e rafforzare ulteriormente la loro partnership strategica.

La FDA, una prima mossa vincente

Nel giugno 2023, il Salone dell’Aria di Parigi ha visto l’annuncio della firma di un protocollo d’intesa franco-italiano per il mid-life refit (MLU) delle fregate classe Horizon della Marina Militare francese e della Marina Militare.

I due Paesi condividono la paternità di queste FDA (Fregate di Difesa Aerea). Le FDA sono fregate specializzate nella difesa antiaerea, progettate per accompagnare i gruppi aerei navali e per proteggere le aree sensibili da minacce aeree e missili balistici.

In termini di armamento, le FDA francesi sono dotate di due cannoni Oto Melara da 76 mm, mentre le fregate italiane ne hanno tre, che offrono una capacità di difesa ravvicinata in acqua (CIWS). Hanno anche due cannoni Narwhal da 20 mm, mentre le loro controparti italiane hanno due cannoni Oerlikon KBA da 25 mm. Il sistema PAAMS di cui sono dotate entrambe le classi comprende 32 missili Aster 30 e 16 Aster 15, che garantiscono una solida difesa aerea. In termini di armamento offensivo, le FDA francesi sono dotate di otto missili Exocet MM40 Block 3, mentre quelle italiane utilizzano otto missili Otomat, con capacità di attacco al suolo. Entrambe le versioni includono tubi lanciasiluri MU90 e la possibilità di utilizzare uno o due elicotteri NH90. Con un’autonomia di 7.000 miglia a 18 nodi e una capacità di carburante di 600 tonnellate, queste fregate possono effettuare operazioni prolungate in mare. Dal punto di vista elettronico, sono dotate di un radar a lungo raggio S1850M e di un radar multifunzione EMPAR, nonché di collegamenti dati tattici L16 e L11, che ne migliorano l’efficacia operativa.

Il programma è stato avviato nel 1992 tra i due Paesi, insieme al Regno Unito, che si è ritirato dal progetto nel 1999 quando è risultato impossibile trovare un accordo sulle caratteristiche desiderate della futura nave. Roma e Parigi hanno creato per l’occasione il consorzio Horizon SAS, composto da Thales e DCNS (futuro Naval Group) per la parte francese, e da Finmeccanica (futura Leonardo) e Fincantieri per la parte italiana.

La costruzione è iniziata nel 2002, rispettivamente a Lorient e a Genova, e le prime navi sono salpate nel 2005. Oggi le FDA sono considerate buone navi e la cooperazione che continuerà tra i costruttori per la loro manutenzione è considerata un successo.

FREMM, un progetto costoso

Proseguendo su questa strada, nel 2002 Roma ha rilevato il progetto originariamente francese per le fregate di nuova generazione, dando vita a un’ondata di negoziati sulle esigenze industriali e sulle assegnazioni.

Il 7 novembre 2002 è stato raggiunto a Roma un accordo per l’avvio congiunto della costruzione di 27 fregate multimissione (17 per la Francia e 10 per l’Italia), le cui specifiche sono sempre più chiare: peso di circa 5.000 tonnellate, equipaggiamento con missili ASTER-15, siluri leggeri MU90, elicotteri NH90 ed equipaggio ridotto.

La fase di progettazione è iniziata il 26 dicembre 2002. Alcune scelte negli aspetti progettuali sono state complicate, in particolare la questione dei radar (Alenia Aeronautica o Thales), degli scafi, ecc. Il 26 dicembre, le FMM, ribattezzate FREMM (Frégates Européennes Multi-Missions), hanno visto la loro supervisione affidata a DCNS per la parte francese e a Orizzonte Sistemi Navali per la parte italiana, un consorzio che comprende i cantieri navali di Fincantieri e Finmeccanica, sotto l’egida dell’Organizzazione per la cooperazione in materia di armamenti (OCCAR). Questo modello collaborativo si ispira agli insegnamenti tratti da programmi come Horizon della FDA. Prevede una fase di progettazione congiunta a monte, nonché l’acquisto di gruppo della turbina, del sistema di stabilizzazione, del sistema di guerra elettronica e del sonar.

Tuttavia, nel 2013, Patrick Boissier, CEO di DCNS, ha rivelato che meno del 10% dei costi degli studi era stato messo in comune, il che, tenendo conto dei costi aggiuntivi associati agli studi specifici per ogni piattaforma nazionale e dei costi di coordinamento, ha ridotto il risparmio a circa quindici milioni di euro. Alla fine, grazie a questa cooperazione, la Francia ha risparmiato circa 30 milioni di euro, ovvero solo l’1%-1,5% del costo totale del programma.

Entrambi i Paesi hanno incontrato gravi problemi di finanziamento, che ridurranno il numero di FREMM commissionate nel tempo. Inizialmente, la Marina francese avrebbe dovuto ricevere 17 FREMM, ma il numero è stato gradualmente ridotto a 11 e poi a 8. L’ultima fregata multimissione francese, la Lorraine, come l’Alsazia, è equipaggiata con il doppio dei missili antiaerei franco-italiani Aster 15 rispetto alle precedenti. È stato in parte con questi Aster 15 che le FREEM francesi hanno distrutto i droni Houti che minacciavano le navi mercantili nel Mar Rosso all’inizio dell’anno, nell’ambito dell’operazione EUNAVFOR Aspides. Questa operazione, commissionata dall’Italia, mira a garantire la prosperità del commercio mondiale proteggendo le navi mercantili che transitano in aree marittime minacciate dagli Houti. È un ottimo esempio di cooperazione franco-italiana: Roma ha schierato in successione 2 delle sue FREMM (Virginio Fasan e Federico Martinego) e le sue due FDA (Caio Diulio e Andrea Doria, che a turno hanno svolto il ruolo di nave ammiraglia), mentre la Francia ha inviato le sue FREMM DA Alsazia e Lorena e la sua FDA Forbin.

Roma, da parte sua, ha piazzato un ordine per altre due FREMM nell’estate del 2024, portando a 12 il numero totale disponibile. Queste saranno costruite da Orizzonti Sistemi Navali, una società costituita quasi in parti uguali da Fincantieri e Leonardo. Rispetto alle navi della classe Carlo Bergamini, le FREMM EVO beneficeranno di importanti miglioramenti, tra cui un sistema di gestione avanzato, un radar multibanda per migliorare la protezione aerea e una sofisticata suite di guerra elettronica. Progettata per il futuro, sarà equipaggiata per operare una varietà di UAV, sia aerei che marittimi o subacquei. Inoltre, sarà data particolare priorità alla resilienza di fronte alle minacce informatiche.

Sorelle, davvero?

Nonostante la progettazione comune, le FREMM italiane e francesi sono tuttavia navi molto diverse. Hanno sia notevoli somiglianze che marcate differenze nella configurazione degli armamenti, che riflettono le rispettive dottrine navali.

Entrambe le versioni delle FREMM sono progettate per operare in ambienti multicontinentali e offrono una grande versatilità grazie alla capacità di svolgere missioni antisommergibile, antinave e di difesa aerea. Entrambe sono dotate di sistemi avanzati di guerra antisommergibile, tra cui sonar ad alte prestazioni e lanciasiluri MU90. Entrambe le classi di fregate trasportano anche l’elicottero NH90, che è in grado di sparare oltre l’orizzonte, migliorando la loro capacità di attacco a lungo raggio. Condividono anche un armamento antiaereo composto da missili Aster 15 e 30, lanciati da silos Sylver.

Tuttavia, la scelta degli armamenti rivela priorità distinte. Le FREMM francesi si distinguono per la capacità di effettuare attacchi terrestri con missili da crociera MdCN, che garantiscono una gittata strategica di 1.000 km. Le FREMM italiane, invece, puntano sull’integrazione di missili Teseo Mk2, che offrono capacità di attacco terrestre ma non raggiungono la gittata degli MdCN. In termini di artiglieria, la Francia predilige il cannone OTO Melara da 76 mm, mentre l’Italia integra un sistema da 127 mm per i colpi più pesanti. Inoltre, le FREMM italiane hanno due lanciasiluri MU90, rispetto ai quattro delle unità francesi, limitando la loro capacità di guerra antisommergibile.

Sebbene le FREMM francesi e italiane condividano basi simili come moderne navi multiuso, le scelte di armamento riflettono un orientamento strategico specifico di ciascun Paese, influenzando così la loro efficacia sul campo di battaglia. Patrick Boissier lo ha spiegato con le seguenti parole durante la sua audizione sulla conduzione dei programmi di cooperazione alla presenza di Jean-Jacques Bridey, il relatore dell’epoca, nel 2013: “Alla fine, le uniche cose che le FREMM hanno in comune sono il nome e quattro apparecchiature (turbina, sistema di stabilizzazione, sistema di guerra elettronica e sonar). Anche la loro silhouette è diversa. Nonostante ciò, rispetto alla complessità dei programmi Horizon, la semplificazione è notevole: stiamo infatti producendo programmi nazionali con una cooperazione per alcuni equipaggiamenti”.

Nonostante le difficoltà di progettazione, le FREMM si sono dimostrate navi eccellenti. Sono state vendute al Marocco, all’Egitto e all’Indonesia, mentre gli Stati Uniti hanno firmato un contratto con Fincantieri per la produzione della nuova fregata classe Constellation, basata sulle FREMM.

Dove andiamo? Alcune riflessioni sul futuro delle relazioni franco-italiane
Relazioni navali franco-italiane

Questi due esempi dimostrano che, nonostante i risultati più che soddisfacenti raggiunti (la progettazione congiunta di due tipi di fregate è tutt’altro che aneddotica), le relazioni navali franco-italiane hanno ancora ampi margini di miglioramento. Vale anche la pena di notare che lo sviluppo di nuove fregate congiunte non è all’ordine del giorno, visto che le nuovissime FDI (Frégates de Défense et Intervention) per le marine francese ed ellenica sono in procinto di uscire dai cantieri di Naval Group. L’unico progetto navale su cui Parigi e Roma stanno attualmente collaborando è quello delle corvette da pattugliamento europee, che però sembra essere in ritardo sulla tabella di marcia.

Tuttavia, come stabilito dal Trattato del Quirinale, l’asse Roma-Parigi deve essere una forza trainante per l’UE e i suoi progetti. A tal fine, ci sono diverse strade da esplorare per rafforzare questa collaborazione. Una delle principali sfide che i programmi congiunti devono affrontare è la standardizzazione degli equipaggiamenti, dei radar e dei sistemi di combattimento. Attualmente, le versioni francese e italiana della FREMM differiscono per i sistemi radar e per alcune armi. Una maggiore standardizzazione dei sistemi faciliterebbe la manutenzione, ridurrebbe i costi e semplificherebbe l’interoperabilità. Uno standard condiviso potrebbe anche includere sottosistemi comuni, come gli impianti di propulsione e i sistemi di comunicazione. La difficoltà di questo progetto risiede nell’inevitabile concorrenza tra aziende francesi e italiane. La scelta delle attrezzature dipende anche dagli obiettivi strategici delle navi.

Una maggiore cooperazione nella ricerca e nello sviluppo consentirebbe a entrambi i Paesi di integrare più rapidamente le tecnologie emergenti nelle future generazioni di fregate. Tra queste potrebbero esserci sistemi di intelligenza artificiale per il rilevamento automatico dei bersagli, radar più potenti e adattivi e contromisure elettroniche avanzate. I due Paesi potrebbero anche investire congiuntamente in armi iperveloci o in capacità UAV marittime, un settore chiave per mantenere il loro vantaggio tecnologico.

Una logistica condivisa tra Francia e Italia ridurrebbe inoltre i costi e ottimizzerebbe la disponibilità delle fregate. La creazione di un centro di manutenzione comune potrebbe centralizzare la gestione dei pezzi di ricambio e snellire i processi di riparazione. Una flotta comune di ingegneri e tecnici potrebbe essere mobilitata per ispezioni e riparazioni, riducendo così i tempi di manutenzione e i costi di gestione della flotta. A questo proposito, la Francia e l’Italia sembrano essere sulla strada giusta per il futuro rinnovamento/ammodernamento congiunto delle FDA. Il programma di ammodernamento delle fregate della classe Horizon ha un valore di 1,5 miliardi di euro ed è stato affidato a Naviris ed Eurosam. Naviris, una joint venture tra Fincantieri e Naval Group, beneficia anche del coinvolgimento di Thales. Eurosam, una collaborazione tra Thales e MBDA, è di proprietà di Airbus, BAE Systems e Leonardo. Secondo Thales, l’obiettivo di questo progetto è fornire alle fregate un ammodernamento all’avanguardia, migliorando al contempo le loro capacità di difesa antiaerea.

Infine, per rafforzare questo rapporto, i governi e gli industriali francesi e italiani dovrebbero concordare di unificare le condizioni per la commercializzazione delle FREMM. Ciascuno dei due Paesi ha venduto separatamente gli esemplari locali delle fregate, mentre la controllata di Fincantieri svilupperà la futura classe Costellation statunitense sulla base delle FREMM. Rafforzando la loro cooperazione nella commercializzazione e nell’esportazione delle fregate, Francia e Italia potrebbero aumentare la loro attrattiva sui mercati internazionali. Una partnership di marketing più strutturata consentirebbe di promuovere più facilmente le fregate presso altre marine militari e di assicurarsi quote di mercato rispetto ai concorrenti americani o russi. Potrebbero inoltre sviluppare soluzioni su misura per mercati specifici (come il Medio Oriente o il Sud-Est asiatico) con versioni adattate delle fregate FREMM.

Queste aree migliorerebbero la competitività, la flessibilità e l’efficienza delle flotte franco-italiane, garantendo al contempo una maggiore sovranità europea di fronte alle attuali sfide di sicurezza.

Conclusione

La cooperazione franco-italiana nella progettazione e nella modernizzazione delle fregate ha portato a importanti progressi strategici, ma continua ad affrontare sfide strutturali. Sebbene i programmi congiunti abbiano dimostrato la loro efficacia, in particolare con la classe Horizon e le FREMM, rimangono segnati da differenze tecniche e industriali specifiche delle dottrine e degli interessi nazionali. Con un’ulteriore standardizzazione degli equipaggiamenti e il rafforzamento della ricerca congiunta, i due Paesi potrebbero semplificare la manutenzione e migliorare l’interoperabilità, elementi essenziali per
garantire la sostenibilità a lungo termine delle rispettive flotte.

Inoltre, una logistica condivisa e una maggiore cooperazione nella commercializzazione di queste fregate sui mercati internazionali sono strade che rafforzerebbero la competitività dell’Europa nei confronti degli attori globali. Gli sforzi per modernizzare le fregate Horizon e sviluppare tecnologie all’avanguardia, come i sistemi di difesa antiaerea e i droni marittimi, sono esempi promettenti di collaborazione che potrebbero ispirare futuri progetti navali.