23/07/2024
Negli articoli di CSI
Di fronte alle potenze spaziali emergenti, l’Europa deve ripensare la propria politica al fine di aumentare la propria autonomia strategica.
Scritto da : Nicolas GUILBERT
L’articolo in breve:
In un momento in cui l’industria spaziale europea continua ad apparire desolante, IREFI – Institut pour les Relations Economiques France-Italie e CSI – Cercle de Stratégies et d’Influences vi invitano a rivolgere le vostre speranze verso la costruzione di un nuovo quadro europeo per l’economia spaziale attorno a un nucleo franco-italiano che sia resiliente, innovativo e in grado di competere con le principali potenze spaziali del mondo.

La crescente importanza dello spazio per la sovranità e la competitività globale è innegabile. Nel 2024, l’industria spaziale globale è valutata a 480 miliardi di dollari, con previsioni che raggiungono i 1.000 miliardi entro il 2040. Oltre alla Germania, Francia e Italia si distinguono come le due principali potenze spaziali europee, le uniche in grado di creare un nuovo nucleo spaziale competitivo.
Con un fatturato di 70,2 miliardi di euro nel 2023 nel settore aerospaziale, la Francia si colloca tra i leader mondiali. Beneficia di una solida base industriale, con aziende emblematiche come Airbus, Thales e Safran, e di istituzioni di ricerca all’avanguardia come il CNES, l’agenzia spaziale francese, e ONERA, il centro di ricerca aerospaziale francese. Inoltre, sebbene la Francia rimanga indietro rispetto alla Germania in termini di contributo al bilancio dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) per i prossimi tre anni, il suo contributo al bilancio annuale è aumentato del 20% rispetto a Siviglia nel 2019, a dimostrazione di un maggiore impegno nei progetti spaziali europei. In Francia, l’aerospazio è diventato un settore chiave nella politica industriale della difesa, di cui l’Agenzia francese per gli appalti della difesa (DGA) è garante e protagonista.
La Francia progetta, produce e gestisce satelliti per diversi scopi. La nota n. 12/23 della Fondation pour la Recherche Stratégique sottolinea l’aumento esponenziale del numero di satelliti, con 2.482 lanciati entro il 2022 e 7.100 in orbita entro marzo 2023. Inoltre, la Francia beneficia di un contesto geografico favorevole ai lanci spaziali, poiché dispone di un porto spaziale europeo a Kourou, nella Guyana francese, che le permette di essere una “porta verso le stelle” e la rende un attore chiave all’interno dell’Unione Europea per garantire l’autonomia di lancio. Si tratta di una situazione unica, in quanto la Francia è l’unico Paese membro dell’Unione Europea a disporre della geografia necessaria per un lancio spaziale. Di conseguenza, la Francia si è affermata come una grande potenza spaziale, in particolare all’interno dell’Unione Europea, dove brilla per il suo Hard e Soft Power nello spazio per promuovere la sovranità tecnologica e industriale.
Tuttavia, di fronte alle sfide odierne, questa leadership “sovrana” sembra gradualmente annegare nell’inevitabile collaborazione europea di fronte a obiettivi spaziali ambiziosi su una scala che sarebbe difficile da raggiungere individualmente.
L’Italia è ora un alleato chiave.
Settima potenza aerospaziale al mondo e quarta in Europa, l’Italia gode di una posizione privilegiata tra i principali esportatori mondiali di aerospazio. In questo contesto, il bacino aerospaziale piemontese svolge un ruolo importante, con un fatturato di 3,9 miliardi di euro e circa 14.800 dipendenti. Complessivamente, il settore aerospaziale italiano è costituito da diverse centinaia di piccole e medie imprese e industrie, che impiegano oltre 50.000 dei 200.000 addetti dell’intera filiera e generano un fatturato di 13,5 miliardi di euro. L’Italia è il terzo contributore dell’ESA, dopo Germania e Francia, con un impegno finanziario di 3,1 miliardi di euro per il periodo 2023-2027. È anche uno dei pochi Paesi ad aver avuto due comandanti della Stazione Spaziale Internazionale (ISS), a sottolineare la sua influenza e la sua competenza in questo campo. Si tratta di un settore riconosciuto come uno dei più importanti del Paese, dove lo sviluppo e l’applicazione di nuove tecnologie sono in pieno svolgimento e svolgono un ruolo decisivo, con il 12% del fatturato dedicato agli investimenti in ricerca e sviluppo. Accanto alle aziende leader del settore, nazionali e internazionali, come Leonardo, Avio Aero, Thales Alenia Space, Telespazio, ALTEC e molte altre, circa 280 piccole e medie imprese dispongono di tecnologie e processi produttivi compatibili con gli standard tecnici richiesti dall’industria aerospaziale (qualità, precisione, capacità di trattare materiali speciali, ecc.)
Per Francia e Italia, la padronanza dello spazio rappresenta quindi non solo una capacità tecnologica e industriale chiave, ma anche una leva strategica per la loro sovranità, sicurezza e influenza sulla scena internazionale. Comprendendo e trascendendo altri aspetti della sovranità nazionale, la sovranità spaziale potrebbe quindi essere descritta come la “sovranità delle sovranità”. Controllando l’accesso allo spazio, i due Paesi non solo assicurano le loro comunicazioni e la loro capacità di monitorare e rispondere alle situazioni di crisi, ma rafforzano anche la loro influenza e autonomia sulla scena internazionale. Questa dimensione di sicurezza dello spazio evidenzia la duplice natura delle infrastrutture spaziali: pur essendo essenziali, rappresentano anche potenziali vulnerabilità. Sembra quindi inevitabile mettere in sicurezza lo spazio per proteggere il territorio nazionale: il principio del primato del cielo assume così tutto il suo significato.
Alla luce di questa constatazione comune, la cooperazione tra Francia e Italia è più che invidiabile, è essenziale per costruire l’autonomia strategica europea e dare all’Europa i mezzi per affermarsi come una “potenza” aerospaziale veramente competitiva.
La cooperazione franco-italiana: un rapporto storicamente stretto
La cooperazione spaziale tra Francia e Italia risale agli anni ’60, segnata da progetti comuni e da una stretta collaborazione all’interno dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) che, fondata nel 1975, ha permesso ai due Paesi di lavorare insieme su importanti programmi spaziali, come i lanciatori Ariane e le prime grandi missioni di osservazione della Terra. In precedenza, nel 1962, l’Italia aveva lanciato il suo primo satellite, San Marco, con l’aiuto della NASA, segnando l’inizio della sua partecipazione attiva ai progetti spaziali internazionali. Nel novembre 2021, la firma del Trattato del Quirinale tra Francia e Italia ha segnato una nuova tappa nelle relazioni bilaterali. Questo trattato mira a sviluppare un nucleo franco-italiano nel quadro europeo della cooperazione militare-industriale e del Fondo europeo per la difesa. I tre fondi maggiori sono Thales, Leonardo e Airbus. Esiste quindi un nucleo primario franco-italiano al centro del progetto di difesa europeo. Sembra necessario che i Paesi europei mettano insieme le loro risorse e la loro volontà attorno al nucleo franco-italiano per proteggersi dalla concorrenza extraeuropea e per creare una difesa europea pienamente sovrana. Il settore spaziale deve essere una forza trainante. In ultima analisi, però, tutto questo dipende da una decisione politica: senza ordini, non ci sarà produzione. I 22 ministri degli Stati membri dell’Agenzia spaziale europea hanno quindi raggiunto un accordo per garantire il futuro dei lanciatori Ariane 6 e Vega al vertice spaziale di Siviglia del novembre 2023. “L’UE si gioca il suo futuro spaziale a Siviglia”, ha addirittura titolato Radio France International. L’obiettivo è quello di rimanere in gara con Stati Uniti, Cina e Russia conquistando un terzo del mercato spaziale globale da 1.000 miliardi di euro entro il 2040.
Tuttavia, mentre l’industria spaziale europea continua ad apparire desolante di fronte al dinamismo di gruppi come SpaceX, le speranze sembrano volgere verso il nucleo franco-italiano. Nel febbraio 2024, il Dialogues France – Italie de la Défense, evento organizzato dall’Institut pour les Relations Economiques France – Italie (IREFI) e dal Centre d’Étude et de Prospective Stratégique (CEPS), ha confermato l’impulso alla collaborazione per la conquista dell’aerospazio, riunendo numerose personalità militari, politiche e civili del settore. La volontà c’è. Dobbiamo quindi andare oltre. Aziende come Thales Alenia Space, joint venture tra Thales (Francia) e Leonardo (Italia), illustrano la sinergia industriale tra i due Paesi e devono svolgere un ruolo di primo piano in questa nuova dinamica franco-italiana per guidare l’Europa verso una posizione di leadership nell’economia spaziale globale.
Attualmente l’Italia si distingue per progetti di punta come il programma IRIDE, un sistema di sorveglianza satellitare per l’osservazione della Terra, con un investimento di 1,1 miliardi di euro finanziato dall’Unione europea e il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNR). Sebbene sia stata storicamente messa in ombra dal dominio franco-tedesco all’interno dell’ESA, l’Italia ha recentemente ospitato importanti eventi globali come ICAS (aviazione) e IAC (spazio), dimostrando il suo impegno a svolgere un ruolo più centrale nell’industria spaziale nei prossimi anni. Nel complesso, le aziende italiane detengono importanti posizioni di mercato, sia autonomamente che nell’ambito di importanti cooperazioni internazionali, e controllano tecnologie critiche che sono anche funzionali alle esigenze di sicurezza nazionale. Il successo dell’Italia dipenderà da due fattori: la capacità di innovare, che implica un maggiore sostegno alle start-up innovative e al sistema accademico e scientifico, e la presenza di politiche nazionali a sostegno del settore. Il lanciatore Vega-C, sviluppato da Avio, è un esempio di innovazione italiana nel settore spaziale, in grado di collocare fino a 2.300 kg in orbita bassa terrestre e di dimostrare una maggiore flessibilità operativa.
Mentre gli Stati Uniti e la Cina sono gli unici due Paesi ad avere un aereo spaziale senza equipaggio operativo, l’Europa dovrebbe volare con il proprio entro la fine del 2024, grazie soprattutto alla collaborazione franco-italiana. Selezionata dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA), la joint venture franco-italiana Thales Alenia Space e l’italiana European Launch Vehicle sono impegnate nello sviluppo di Space Rider, una piccola navetta spaziale che dovrebbe effettuare il primo volo nel terzo trimestre del 2025. Questo primo lancio sarà effettuato dal lanciatore Vega-C da Kourou, lo spazioporto europeo nella Guyana francese; il lanciatore stesso è stato sviluppato sotto contratto italiano.
Francia e Italia dispongono quindi di capacità tecnologiche avanzate che, se combinate, creano sinergie significative nel settore spaziale. Infrastrutture e piattaforme comuni rafforzano questa cooperazione. La collaborazione operativa tra Francia e Italia è già evidente nella condivisione delle capacità di lancio e di gestione delle missioni in orbita.
Ma la collaborazione tra Francia e Italia non si limita a progetti su larga scala. Comprende anche iniziative più modeste ma altrettanto importanti, come lo sviluppo di tecnologie per nano-satelliti e cubesat. Questi piccoli satelliti, spesso utilizzati per missioni specifiche a breve termine, beneficiano di innovazioni congiunte nei sistemi di propulsione miniaturizzati e nei sensori avanzati. I due Paesi collaborano anche a progetti di ricerca e sviluppo finanziati da programmi europei come Horizon Europe Cluster 4 – Spazio (destinazione 5), il programma di ricerca e innovazione spaziale civile dell’UE, che mira a sostenere lo sviluppo delle componenti operative del programma spaziale dell’UE e ad aumentare la competitività del settore spaziale europeo nel suo complesso. Queste collaborazioni ci permettono di spingere i confini della tecnologia spaziale e di rimanere competitivi di fronte ai rapidi progressi di altre nazioni spaziali come gli Stati Uniti e la Cina. L’obiettivo a lungo termine è costruire un’economia spaziale europea resiliente e innovativa, in grado di competere con le principali potenze spaziali del mondo.
La cooperazione franco-italiana nel settore spaziale è quindi una pietra miliare per il futuro della sovranità europea. Le due nazioni sono in grado di combinare risorse finanziarie, tecnologiche e umane sufficienti per portare l’Europa in una posizione di leadership nell’industria spaziale mondiale. Una collaborazione che non solo consolida la loro autonomia strategica, ma apre anche la strada a un’Europa unita e sovrana nell’esplorazione e nello sfruttamento dello spazio.
Informazioni sull’autore :

Nicolas Guilbert
“Presidente del Cercle de Stratégies et d’Influences”.
Nicolas Guilbert è studente di Master in Diritto pubblico generale presso l’Università di Parigi 1 Panthéon-Sorbonne e si sta preparando per gli esami di ammissione al concorso per alti funzionari pubblici. Tra Parigi e Roma, promuove la riconfigurazione delle politiche europee attorno a una maggiore collaborazione bilaterale franco-italiana, in collaborazione con l’Institut pour les Relations Economiques France-Italie (IREFI).

IREFI – Istituto per le relazioni economiche italo-francesi
L’Institut pour les Relations Economiques France-Italie (IREFI) è un’associazione bilaterale franco-italiana. La sua missione è quella di facilitare le relazioni economiche tra Francia e Italia e di riunire i suoi membri intorno a incontri e simposi tematici, agendo in ambito interculturale. L’organizzazione si rivolge a imprenditori, manager e rappresentanti di istituzioni pubbliche e private francesi e italiane.